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Come adattarsi ai nuovi scenari nella logistica del futuro

Matteo Brusasca 1 febbraio 2021
Tempo di lettura: 4 minuti

La pandemia Covid-19 è scoppiata come una bomba ad inizio anno 2020 sconvolgendo le nostre consuetudini e le poche certezze rimaste in un business già di per sé in continuo cambiamento.
Nessuno poteva essere pronto a gestire un evento di tale portata, non a caso incluso tra le cause di Forza Maggiore delle più standard tra le clausole contrattuali. 

Il lavoro comunque non è mai mancato, a riprova del buon momento del settore dell’automazione all’interno del sistema logistico che ha comunque subito un arresto. Infatti, nel 2020 il fatturato della Contract Logistics dovrebbe assestarsi sui 77,8 miliardi di euro, un -7% rispetto al 2019, complici la riduzione dell’export e del traffico merci. Nonostante i numeri, la logistica è assurta al centro delle principali strategie aziendali. Si punta sulla capacità di adattamento ai nuovi scenari, su un più ampio processo di digitalizzazione, sull’incremento della sicurezza e sulla semplificazione dei flussi.

L’automazione risponde proprio a queste principali necessità. In particolare, fornire soluzioni flessibili, modulari, scalabili e allo stato dell’arte, abbinate alla competenza nel disegnare il giusto layout che integri il miglior mix di tecnologie per rispondere alle esigenze dei contesti operativi e di business dei singoli clienti, fa la differenza.

Grazie a questo, il 2020 è stato un anno di grande successo per Swisslog Italia sia in termini di vendita che di fatturato, riconfermando il trend positivo dell’ultimo quinquennio. Un fattore determinante di tale successo è stato anche la capacità di avere sviluppato delle soluzioni per specifici settori di mercato che, non solo non stati impattati negativamente dall’epidemia, ma che hanno addirittura subito una crescita a doppia/tripla cifra.
Tra tutti, emerge il settore dell’e-commerce.
Gli effetti sul commercio a distanza e le iniziative intraprese dalle aziende su piattaforma digitale, hanno mostrato subito i propri effetti. Il trend delle vendite online di prodotti di largo consumo ha fatto registrare una prima impennata fin dai primi casi di contagio riscontrati, e un’esplosione delle vendite durante l’isolamento domestico imposto dai vari decreti ministeriali.

Come registrato dall’Osservatorio e-commerce B2C (School of Management del Politecnico di Milano e Netcomm), nel 2020 l’e-commerce in Italia ha generato un fatturato di circa 58,6 miliardi di euro con un aumento dei ricavi del 6,3% rispetto al 2019. I consumatori che comprano online sono già 29 milioni nel 2020 e si prevede che aumentino ulteriormente il prossimo anno. I settori più maturi sono cresciuti ad un tasso sostenuto: nel 2020 l’Informatica ed elettronica di consumo vale online 6,2 miliardi di euro (+20%), l’Abbigliamento 3,9 miliardi (+22%) e l’Editoria 1,2 miliardi (+18%). I comparti emergenti hanno fatto registrare risultati ancora più significativi: in particolare il Food & Grocery ha generato 2,7 miliardi di euro (+70% rispetto al 2019), l’Arredamento e home living 2,4 miliardi (+32%) e “Altri prodotti”, con inclusi Beauty, Pharma, Giochi e Ricambi d’auto si sono attestati ad un +37% rispetto al 2019.
Gli esperti confermano che, anche quando si tornerà ad una situazione “normale”, le vendite online continueranno ad affiancare quelle dirette in negozio perché il modo di fare acquisti degli utenti è ormai cambiato, integrando in modo naturale lo shopping online con quello fisico.

Per far fronte ad un boom di ordini online, con tempi di consegna sempre più dilatati e attese che hanno raggiunto anche le tre settimane durante il lockdown, si devono implementare soluzioni che aiutino a gestire carichi di lavoro importanti, contenendo i costi e soprattutto garantendo un livello di servizio adeguato alle aspettative dei clienti.

L’automazione può salvare l'e-commerce:

Le aziende della supply chain al dettaglio che hanno investito nell'automazione del magazzino, hanno drasticamente ridotto i tempi di transizione dalle lunghe operazioni di prelievo "persona alla merce", a quelle più produttive di "merce alla persona". Anziché costringere gli operatori di picking a spostarsi lungo le corsie per prelevare i prodotti, le merci vengono immagazzinate in modo da poter essere presentate ad addetti che lavorano presso delle isole di picking e che si limitano ad assemblare gli ordini, velocizzando i flussi e il lead time di preparazione. Questo approccio, che negli ultimi tre anni si è diffuso a macchia d'olio, è possibile grazie a sistemi di automazione modulare come quelli proposti da Swisslog.
Alcuni esempi sono dati dai sistemi AutoStore, Cyclone Carrier e CarryPick che consentono di migliorare l'utilizzo delle risorse umane, permettendo di gestire più ordini grazie ad una drastica riduzione dei tempi di prelievo e contribuendo a soddisfare le esigenze di consegna rapida dei clienti, soprattutto in periodi in cui le richieste si moltiplicano in modo massivo.
C'è poi il capitolo sicurezza di grande rilevanza: grazie all'automazione, le condizioni di lavoro, di igiene, di salvaguardia del personale e dell'ambiente stesso migliorano in modo sensibile. In sostanza, per essere in grado di rispondere adeguatamente a queste nuove esigenze fino a poco tempo fa non prevedibili dal punto di vista dimensionale, l’applicazione di soluzioni di automazione flessibili, modulari e scalabili diventa una scelta strategica ed imprescindibile.

Infine, è comunque doveroso sottolineare come gli incentivi pubblici messi a disposizione in Italia con il Piano Impresa 4.0 (oggi Trasformazione 4.0) siano stati fondamentali nel favorire investimenti in innovazione tecnologica e digitale in contesti economici di assoluta incertezza e difficoltà come quelli che stiamo vivendo. Questi strumenti, ulteriormente rafforzati con la legge di bilancio 2021, sono e continueranno ad essere determinanti per accrescere la competitività del sistema economico italiano e delle sue PMI.

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Matteo Brusasca
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